Elisabetta Villaggio offre una dettagliata intervista su suo padre Paolo al Corriere della Sera. Il rinomato comico e attore, che ha inventato il personaggio del Ragioniere Fantozzi, è scomparso nel 2017, lasciando un vuoto nel mondo dello spettacolo e nel cuore della sua famiglia. Elisabetta lo ricorda con calore e lo ha sempre sostenuto durante tutta la sua carriera. “Era curioso, iperattivo, amava i viaggi”, afferma “non è stato il papà che ti leggeva le favole prima di andare a dormire”.
“Il disagio di avere un padre noto”: Il punto di vista di Elisabetta Villaggio
Elisabetta, che oggi ha 64 anni, racconta “ti accompagnava a scuola o veniva ai colloqui con gli insegnanti” che nei suoi anni scolastici, si sentiva a disagio ad avere un padre celebre, mentre i suoi insegnanti lo adoravano: “Piaceva molto di più ai docenti. Tranne una prof delle medie, che lo considerava alla stregua di un pagliaccio”. Per lei, era “una persona normale, curioso, iperattivo, amava i viaggi, la compagnia degli amici“.
Inizio della carriera di Paolo Villaggio e il personaggio di Fantozzi
Elisabetta riflette sull’inizio della carriera di suo padre “Un giorno viene convocato nella sede Rai di viale Mazzini da Giovanni Salvi, che era direttore di Rai1. L’aveva visto al “7×8” nei panni del Professor Kranz e voleva proporlo per un programma che stava per nascere e che sarebbe stato realizzato a Milano”, quando fu invitato dalla Rai e scelto dal direttore di Rai1 per un nuovo show: “apà scriveva queste strisce che uscivano settimanalmente sull’Europeo. E la Rizzoli, a un certo punto, gli commissionò il libro. L’estate prima di girare il primo film, in vacanza al mare, ci leggeva gli sketch per verificare che facessero ridere“.
La creazione del Ragioniere Fantozzi e il suo debutto al cinema
Il personaggio di Fantozzi, che ha reso Paolo Villaggio una figura celebre, è stato introdotto inizialmente attraverso un libro e poi trasposto sul grande schermo un anno dopo. Elisabetta rivela dettagli di quel momento:
Appena si spensero le luci e iniziò la proiezione, mio padre scappò dalla sala portandosi via anche mio fratello e corse a prendere la macchina. Andò lontano dal centro storico. Raggiunse due sale, una a Piazza San Giovanni e un’altra ancora più in periferia. Era convinto, e aveva ragione, che il successo del film passasse attraverso il gradimento del popolo e voleva fare la prova di persona. Solo quando in entrambe le sale più periferiche assistette alle risate del pubblico, ecco, soltanto allora si calmò, riprese la macchina e tornò felice al Barberinil.
In riferimento alla prima proiezione cinematografica, avvenuta nel marzo del 1975, la figlia racconta che suo padre, immediatamente dopo lo spegnimento delle luci, si alzò e fuggì dalla sala per essere certo di un dettaglio:
.