Julian Assange parla della sua detenzione: un appello alla libertà di espressione
Giornalista e fondatore di WikiLeaks, ha parlato della sua prolungata detenzione e condanna derivante dalla pubblicazione di documenti classificati riguardanti le azioni militari statunitensi in Afghanistan e Iraq, in particolare resoconti che descrivono dettagliatamente presunti crimini di guerra. Parlando di fronte al Consiglio d’Europa, Assange ha espresso il suo punto di vista sulla sua situazione dopo aver trascorso 14 anni dietro le sbarre.
Una scelta per la libertà
“Ho scelto la libertà rispetto all’impossibilità di ottenere giustizia”, ha affermato Assange, sottolineando la sua convinzione che la sua prigionia non fosse un riflesso della giustizia fatta. Ha osservato, “Voglio essere totalmente chiaro: non sono libero oggi perché il sistema ha funzionato; sono libero perché, dopo anni di prigione, mi sono trovato colpevole di giornalismo”. Assange ha inoltre lamentato la crescente tendenza all’impunità, alla crescente segretezza e alle ritorsioni contro coloro che osano rivelare la verità, evidenziando l’ambiente inquietante per i giornalisti a livello globale.
L’Assemblea parlamentare discuterà del caso di Assange
L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa si riunirà in sessione plenaria per discutere e votare un rapporto riguardante il trattamento riservato ad Assange durante la sua detenzione. Il rapporto, redatto dal socialista islandese Thorhildur Sunna Aevarsdottir, esplorerà anche possibili misure per salvaguardare da situazioni simili in futuro, sottolineando la necessità di sostenere la libertà di espressione e proteggere i giornalisti.
