Durante la trasmissione Belve 2023, Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, ha condiviso la sua storia davanti a Francesca Fagnani nella puntata del martedì 10 ottobre. Numerosi momenti memorabili hanno caratterizzato l’intervista, inclusa una frase di Stefania che ha colpito particolarmente: “Belve.”
Stefania Nobile e la sua individualità
Stefania si distingue non solo come figlia di Wanna Marchi. Anche con una forte connessione con sua madre, Stefania desidera essere riconosciuta per sé stessa: “La cocaina? Non mi sono mai fatta. È lei che deve farsi di Stefania Nobile” e successivamente: “Non mi sono mai sentita nell’ombra di mia madre. Per un periodo sono stata la figlia di Wanna Marchi, oggi ho un’identità.” Questo legame materno ha influenzato Stefania nella scelta della sua professione, un campo che inizialmente non aveva considerato: “Quando sono con mia madre mi scatta un senso di protezione e quindi sono meno simpatica. Non sopporto che mi tocchino mia madre, la denigrino o la attacchino, in quel momento divento una belva. Adesso lei è dietro le quinte. Per la prima volta nella nostra vita, lei è la mia accompagnatrice. Il nostro rapporto è simbiotico. Parliamo tutto il giorno, ho avuto anche tre convivenze ma preferisco mia madre.”
La malattia di Stefania e il periodo in detenzione
Stefania ha parlato anche della sua condizione di salute, già nota al momento della sua sentenza. Descrive: “Le televendite non mi sono mai piaciute. Lo facevo perché stavo con mia madre ma non mi piaceva lavorare in tv. Non sono stata la sua valletta, ma sua figlia. È diverso“, e aggiunge: “Sapevo di fare qualcosa che non era perfettamente in linea con la legge.” Si riferisce alla l’artrite reumatoide, a causa della quale ha affrontato numerosi interventi chirurgici.
L’infanzia complicata di Stefania
Parlando della sua infanzia, Stefania non ha nascosto le difficoltà incontrate: “All’inizio in carcere siamo state messe in infermeria perché ho una patologia importante. Nessun altro avrebbe fatto il carcere con quella patologia, sarebbe stato ai domiciliari, io ho fatto il carcere. All’inizio sembrava un sogno, tutto irreale. È diventata reale quando ho sentito la porta chiudersi e avevo solo una coperta sporca e un rotolo di carta igienica. Mamma e io ci siamo guardate, lei ha pianto da una parte e io dall’altra perché dovevano essere forti l’una per l’altra. In carcere sono cambiata. Prima ero molto str**. Mamma si sente in colpa per me ma sbaglia. Ero grande e vaccinata“, e rivelando: “La mia infanzia è stata tremenda. Non la auguro a nessun bambino“. Mentre discuteva del suo passato, ha menzionato anche la figura del padre biologico, dicendo: “Quando due persone insieme fanno danni, devono lasciarsi, ho vissuto un’infanzia in mezzo a botte, urla, ho visto le varie case che mio padre ha preso negli anni alle proprie amanti.”
Il periodo d’oro di Stefania
Ricordando gli anni di grande prosperità, ben prima degli eventi che l’avrebbero portata in prigione, Stefania ha condiviso: “Quando mio padre è morto non ho sentito niente. Me ne sono vergognata ma è così. Ho avuto la fortuna di avere un secondo papà che mi manca come l’aria“. Ha anche parlato dell’ingente somma ricevuta per un articolo sul matrimonio celebrato con sua madre: “Quando ci sono arrivati quei soldi addosso non sono stata in grado di gestirli. Avevo 7 macchine ma ne guidavo una. Guadagnavamo tanto e spendevo tanto. I miei amici hanno mangiato con quello che io gli ho dato. Non me li sono ritrovati quando è finita. Sono tornati adesso ma non li voglio.” Concludendo il suo racconto, Stefania ha descritto la sua attuale condizione di vita, affermando: “Il matrimonio in coppia con mia madre? Lo abbiamo fatto perché un giornale ci ha dato tanti soldi. Il suo è durato 30 anni, il mio 3 mesi. Lo abbiamo fatto con la consapevolezza che in Italia non avrebbe avuto valore legale. Ci diedero 50 milioni di lire a testa. 200 milioni in totale” e “Oggi lavoro in Albania. Ristrutturo ristoranti e li vendo. Guadagno. Non arriverò mai alle cifre di prima ma non è nemmeno quello che vorrei. I soldi piacciono a tutti ma con la consapevolezza di oggi so che è sufficiente avere quelli necessari a vivere bene.”