Il malcontento di Giancarlo Magalli con la Rai: un grido di riconoscimento
In una schietta intervista al Corriere, Giancarlo Magalli, sostenitore della programmazione Rai da sessant’anni, ha rivelato la sua profonda delusione per il trattamento riservatogli dalla rete. Nonostante la sua dedizione e il suo servizio di lunga data, Magalli ha espresso il sentimento di essere messo da parte e sottovalutato al suo ritorno dalla malattia. Ha rivelato il suo shock e sgomento nello scoprire che i suoi programmi erano stati riassegnati ad altri in sua assenza.
Ero malato e al mio ritorno i miei programmi erano stati dati ad altri. Dopo 60 anni di militanza – con Arbore sono l’unico ad essere mai andato a Mediaset – mi aspettavo di più”,
La frustrazione di Magalli derivava non solo dalla perdita dei suoi programmi ma anche da quella che percepiva come una mancanza di riconoscimento per il suo ampio contributo alla Rai. Con una carriera che risale a sessant’anni fa, si aspettava un certo livello di rispetto e apprezzamento da parte della rete. Anche un’offerta modesta, come una fascia oraria secondaria, sarebbe stata sufficiente a riconoscere i suoi anni di servizio e dedizione.
Tuttavia, le rimostranze di Magalli andavano oltre la questione immediata della riassegnazione del programma. Ha inoltre lamentato il frequente avvicendamento al vertice della Rai, che a suo avviso ha ostacolato la capacità della rete di servire efficacemente il proprio pubblico. Ha criticato la porta girevole dei dirigenti che spesso sembravano impreparati per i loro ruoli, portando all’instabilità e all’inefficienza all’interno dell’organizzazione.
Cercare una guida: la delusione di un amico
Nonostante la sua disillusione nei confronti della Rai, Magalli ha chiesto consiglio alla sua amica, il primo ministro Giorgia Meloni. Nonostante il loro rapporto personale, Magalli si è sentito ignorato e trascurato dopo aver contattato la Meloni per un consiglio su come affrontare le complessità della burocrazia Rai. La sua delusione fu aggravata da risposte simili da parte di altri individui, tra cui Angelo Mellone, che lo lasciarono isolato e sottovalutato.
Sono amica di Giorgia, ho foto di lei che si bacia e si abbraccia, ma non chiedo nulla. Non mi piace mendicare. Le ho semplicemente chiesto: “Con chi potrei parlare?” Mi ha dato il numero di Giampaolo Rossi. Ho chiesto un appuntamento. Mi ha ignorato. Idem Angelo Mellone. “Eh, ricevo 150 richieste al giorno.” Meritavo più rispetto. Ne ho visti partire a decine. Uno degli amministratori delegati meno temibili, al quale ho rivolto un commento, ha sibilato: ‘Da quanti anni lavora in Rai, Magalli?’. ‘Dal 18 d.g. E ne vedrò altri.’ Muto.
Festival di Sanremo: un rifiuto
Nonostante il fascino di partecipare al prestigioso Festival di Sanremo, Magalli declinò categoricamente l’opportunità, considerandola una potenziale “trappola mortale”. Riflettendo sui suoi successi passati e sull’intensa pressione del controllo pubblico, ha paragonato l’esperienza a una prima notte di nozze, dove ci si aspetta il successo, ma il fallimento viene ricordato indefinitamente. Il rifiuto di Magalli di impegnarsi con il festival ha sottolineato la sua riluttanza a sottoporsi a ulteriori controlli e critiche, soprattutto alla luce delle sue recenti sfide con la Rai.
“ Sarà una trappola mortale, dopo 5 anni di trionfi con Amadeus ”, è il commento, “ Un punto di share in meno e scriveranno che è stato un flop. Alcuni che propongono lo hanno già fatto ed è andata male, perché insistono? Il Festival è come la tua prima notte di nozze: se vai bene, hai fatto il tuo dovere. Se ti comporti male, te lo rinfaccerà per il resto della tua vita.”
In conclusione, il racconto di Magalli offre uno sguardo toccante sul funzionamento interno della televisione italiana e sulle sfide affrontate da personalità veterane come lui. Il suo commento schietto fa luce sulle complessità della gestione della burocrazia della Rai e sul prezzo che può comportare per le persone che si sentono trascurate e sottovalutate. Nonostante le battute d’arresto, la resilienza e la determinazione di Magalli nel denunciare l’ingiustizia evidenziano il suo incrollabile impegno per il suo mestiere e la sua eredità duratura nel mondo della radiodiffusione italiana.