Jordan Jeffrey Baby, trapper di 27 anni, è stato scoperto morto oggi nel carcere di Pavia, dove era detenuto in seguito alle accuse di rapina aggravata dal punto di vista razziale nei confronti di un uomo di 42 anni. La notizia della sua morte ha scosso la comunità, facendo luce sulle sfide affrontate dai detenuti e sulle carenze del sistema carcerario.
Lotta con la salute mentale e tentativi di suicidio
Secondo quanto riportato da Fanpage, Baby è stato trovato con una corda al collo, facendo pensare al suicidio come causa della morte. Questo tragico incidente arriva dopo che Baby aveva già tentato il suicidio un anno fa in modo simile, oltre a aver commesso ripetuti atti di autolesionismo. Nonostante questi segnali d’allarme, la richiesta di affidamento terapeutico di Baby era stata sospesa dal Tribunale di Sorveglianza, lasciandolo vulnerabile e senza adeguato sostegno.
Preoccupazioni sollevate dalla rappresentanza legale
L’avvocato di Baby, Federico Edoardo Pisani, aveva precedentemente espresso gravi preoccupazioni per il benessere del suo cliente all’interno del sistema carcerario. Pisani ha sottolineato le condizioni di sovraffollamento e di carenza di personale nel carcere di Pavia, dove i detenuti hanno difficoltà ad accedere ai servizi medici e di salute mentale essenziali. Gli sforzi dell’avvocato per ottenere la documentazione sanitaria di Baby hanno incontrato ostacoli burocratici, esacerbando il disagio del giovane.

Procedimenti giudiziari e sospensione delle misure alternative
I problemi legali di Baby derivavano dalle accuse di rapina aggravata dal punto di vista razziale, per la quale stava scontando una condanna a 4 anni e 4 mesi. Nonostante gli fosse stata concessa la custodia terapeutica e il trasferimento temporaneo in comunità, tale misura è stata sospesa in seguito al ritrovamento di oggetti di contrabbando nella sua stanza. La successiva decisione di riportare Baby in carcere, nonostante il suo precedente tentativo di suicidio e le preoccupazioni per la sua salute mentale, ha sollevato interrogativi sull’adeguatezza del sostegno ai detenuti vulnerabili.
Arrestato per rapina
Il trapper si è ritrovato incarcerato nel carcere di Pavia, dove avrebbe dovuto scontare una pena di 4 anni e 4 mesi in seguito alle accuse di rapina con aggravamento razziale nei confronti di un operaio nigeriano di 42 anni presso la stazione di Carnate (Monza). Anche Traffik, un altro complice, è stato condannato. A fine novembre, Tinti ha ottenuto una misura di custodia terapeutica, che ha comportato il suo trasferimento in comunità. Recentemente però il provvedimento è stato sospeso a causa del ritrovamento nella sua stanza di un cellulare e di sigarette, anche se non è chiaro se fossero suoi, come ha spiegato l’avvocato Pisani.

Richieste di misure compassionevoli
Alla luce della tragica morte di Baby, il suo avvocato aveva sostenuto gli arresti domiciliari come un’alternativa più sicura e umana. Pisani ha sottolineato l’osservanza da parte di Baby dei procedimenti legali e la sua volontà di fare ammenda, sottolineando la necessità di compassione e comprensione nel trattare con individui alle prese con problemi di salute mentale all’interno del sistema di giustizia penale.
L’avvocato del trapper aveva chiesto gli arresti domiciliari, ‘una misura che garantirebbe non solo l’incolumità di Jordan, ma anche una maggiore serenità per suo padre. Da quando è entrato in carcere, Jordan si è sempre comportato correttamente. Inoltre, ha presentato dichiarazioni spontanee ai giudici e si è offerto di risarcire la vittima. Come non tenere in considerazione tutti questi aspetti?'”
La morte di Jordan Jeffrey Baby serve a ricordare in modo toccante l’urgente necessità di riforme all’interno del sistema carcerario, in particolare per affrontare le esigenze di salute mentale dei detenuti e garantire la loro sicurezza e benessere.