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Il calendario sexy di San Benedetto del Tronto fa insorgere le femministe, parla la modella: “Ipocrite”

Scopri la polemica scatenata dal calendario "Miss Grand Prix 2024" di San Benedetto del Tronto, tra le accuse di sessismo e la difesa delle partecipanti e del Comune, con il punto di vista di una modella sulle critiche femministe. More

Controversie sul Calendario “Miss Grand Prix 2024” di San Benedetto del Tronto

San Benedetto del Tronto si trova al centro di una polemica per il suo calendario “Miss Grand Prix 2024”, finanziato con un contributo di settemila euro dal Comune. Questa iniziativa è stata criticata come sessista dall’opposizione e da associazioni femministe nazionali. Nonostante le proteste, il Comune difende il calendario come una vetrina per la città e riceve il supporto delle partecipanti al progetto, tra cui una modella che ha recentemente espresso il suo punto di vista su La Zanzara, definendo le critiche come ipocrite e sostenendo il proprio coinvolgimento nel progetto“Io studio psicopedagogia all’università e ho fatto il calendario per mia libera scelta. È un lavoro come un altro, ho un contratto regolare perché oltre a studiare io faccio anche la modella”.

La Difesa della Modella al Progetto

La modella, partecipante al calendario “Miss Grand Prix 2024”, ha preso posizione contro le accuse di sessismo durante l’intervista“Parlare di mercificazione femminile per un calendario mi sembra esagerato. Non abbiamo mai fatto male a nessuno e abbiamo scelto di prendere il potere di decidere di fare del nostro corpo quello che vogliamo”. Ha espresso la sua opinione “A me fa piacere ricevere i complimenti per il mio fisico, non dobbiamo essere ipocriti. Parlando da donna, a tutte piace riceverli soprattutto se nei modi corretti”. “Questo calendario è una follia” difendendo il valore del calendario e sottolineando la sua libertà di scelta nell’adesione al progetto “sono una donna che ama rispettare il genere femminile. Perché dobbiamo presentare la donna sempre in costume? Non ce l’ho con la ragazza, che è giustamente iscritta a un’agenzia e accetta di partecipare al calendario, ma perché non mettere in foto delle ragazze che studiano in una biblioteca? Perché dobbiamo continuare a pensare che la donna vale solo se deve stuzzicare l’idea sessuale dei maschi?”. .

Reazioni nel Consiglio Comunale e di Caterina Collovati

Il dibattito si è esteso anche all’interno del consiglio comunale di San Benedetto del Tronto, dove la consigliera Luciana Barlocci ha evidenziato l’inopportunità del calendario con ragazze in costume “Non è possibile tacere di fronte a un’iniziativa che, in qualsiasi altro contesto, potrebbe tranquillamente essere ignorata, ma che diventa di interesse pubblico nel momento in cui ci sono di mezzo sia i soldi che l’ente che ‘benedice’ il tutto. Aggiungo il mio assoluto disgusto verso chi sta gestendo questa città come fosse lo scantinato di casa propria”. Caterina Collovati, invece, ha fornito una prospettiva differente, difendendo l’iniziativa e contrapponendosi alle critiche ricevute.

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